Sicurezza e Inclusione: Il colore come codice visivo dei dispositivi di comando macchine

Il d.lgs. 81/08 prescrive che le informazioni, segnalazioni di allarme e le avvertenze di attrezzature o macchine siano ben visibili e comprensibili. Il d.lgs. 17/10, decreto di recepimento della Direttiva Macchine attualmente in vigore, conferma tale principio richiedendo la comprensibilità del segnale come requisito di sicurezza da soddisfare.

Si evidenziano le possibili difficoltà nella decodifica del segnale derivante dalla inabilità cromatica e si propongono misure tecniche di miglioramento per la comprensibilità del segnale per la maggior parte lavoratori che, negli ambienti industriali, si interfacciano con dispositivi di comando macchine dotati di segnali visivi di emergenza e di utilizzo.

I dispositivi di comando costituiscono l’elemento attraverso il quale l’operatore attiva o disattiva le diverse funzioni della macchina e possono essere di diversi tipi ad esempio: pulsanti, bottoni, leve, interruttori, manopole, cursori, joystick, volanti, pedali, tastiere e schermi tattili.

Possono essere allocati sulla macchina stessa o trovarsi distanti dalla macchina ed essere a questa collegati (comandi remoti), ad esempio, tramite un filo o segnali radio, ottici o sonori.

Devono essere chiaramente visibili e individuabili utilizzando, se del caso, pittogrammi; devono essere progettati in modo da permettere l’univoca individuazione delle azioni che sono eseguite in funzione della loro attivazione.

Possono essere “associati” a degli indicatori (con o senza specifici avvertimenti visivi e/o sonori) che forniscono agli operatori informazioni su parametri di funzionamento della macchina come la velocità, il carico, la temperatura o la pressione di parti della macchina.

Possono dare avvertimenti agli operatori quando i parametri pertinenti superano i valori di sicurezza.

I dispositivi di comando, di cui di seguito si riporta un esempio in figura, prevedono quasi sempre la presenza di un dispositivo di arresto d’emergenza che, in particolar modo, deve essere chiaramente individuabile e ben visibile, in quanto in casi di emergenza la tempestività di intervento è determinate ai fini della sicurezza.

Il dispositivo di comando considerato in questo documento fa parte dell’attrezzatura di lavoro così come definita dall’ art. 69 del TU 81/08 che è oggetto di tutte le disposizioni pertinenti del Titolo III dello stesso decreto.

Questo richiede appunto all’art. 70 che le attrezzature di lavoro, e quindi anche le macchine ed i relativi dispositivi di comando, siano conformi:

  • ai requisiti di sicurezza di cui all’Allegato V del T.U 81/08, ed in particolare al punto 2 parte I “Sistemi e dispositivi di comando”, se costruiti in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto e se messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione delle stesse oppure in tutti gli altri casi;
  • alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto, ovvero nel caso in specie, alla “Direttiva macchine” (direttiva 2006/42/CE).
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